ABITUARE IL CANE A VIVERE SERENAMENTE I MOMENTI DI SOLITUDINE

EDUCHIAMOCI AL TEMPO… IN SOLITUDINE

 

Sono abituata ai cani. Quando li lasci la mattina, appiccicano il loro naso umido alla porta e stanno lì come statue fino a che non giri di nuovo la chiave nella toppa otto ore più tardi.

Emma Bombeck

 

In queste settimane di ‘quarantena’ alcuni di noi continuano a lavorare, chi in in prima fila, chi nelle retrovie. Grazie!!
Altri continuano a lavorare da casa, altri sono in casa, chi per senso civico, chi per necessità. Tutto il giorno.
Inevitabilmente, la routine familiare si modifica, soprattutto per chi trascorre più tempo in casa.

Diventa importante, in queste settimane, concentrarci, non solo sulle attività da far fare al nostro cane in sostituzione della passeggiata ma soprattutto sul mantenere una routine per il cane. Significa, ad esempio, rispettare gli orari dei pasti, gli orari del riposo, ma anche mantenere costanti i momenti nei quali il cane resta da solo.

Questo aspetto, è fondamentale soprattutto nei cuccioli. Durante il periodo della socializzazione (dai 2 a 4 mesi d’età circa) devono avere l’occasione di sviluppare le competenze di autonomia e autoefficacia che consentiranno loro di vivere e gestire la solitudine, una volta adulti, con serenità.

Per i cani adulti, che, quando restano soli, manifestano comportamenti riconducibili ad un problema da separazione, come ad esempio, vocalizzazioni o distruzione di oggetti, questo periodo, durante il quale siamo in casa, è il momento ideale per iniziare a fare qualche esercizio per iniziare ad abituarlo a stare da solo.

Inutile, oltre che controproducente, pensare di ottenere risultati, isolando il cane ‘finché si calma’. Quando resta solo, un cane non competente, prova emozioni forti e intense di paura, molto simili al nostro panico. Se non dispone degli strumenti cognitivi ed emotivi necessari, non imparerà assolutamente niente. Se  siamo fortunati, imparerà ad avere ancora più timore (e in alcuni casi, terrore) quando resta solo, comportandosi sempre peggio.

ABITUARE IL CANE A STARE DA SOLO

Nelle prime fasi di ‘abitudine o rieducazione alla solitudine’ consiglio l’utilizzo del trasportino o kennel.

Preciso che il trasportino deve essere utilizzato come uno strumento e non  deve essere l’obiettivo finale. Il trasportino non deve essere considerato la ‘gabbia dove chiudere il cane affinché non faccia danni’, ma deve essere inserito correttamente nelle abitudini del cane. Il cane deve viverlo come fosse la ‘sua caverna’, la ‘sua tana sicura’. Immaginiamo di poter portare con noi la nostra poltrona preferita in un luogo sconosciuto: sicuramente vivremo la permanenza con più serenità.

Per scegliere la tipologia più adatta alle tue esigenze e iniziare con il corretto inserimento, leggi l’articolo dedicato: —> ABITUARE IL CANE AL TRASPORTINO

Mentre facciamo fare esperienza al nostro cane con il trasportino, contemporaneamente, possiamo esercitare anche, quella che viene definita ‘l’abitudine ai rituali di separazione’. Alcuni cani, iniziano ad ‘agitarsi’ e a manifestare difficoltà, già quando il loro familiari si preparano per uscire. Un piccolo stratagemma può essere quello di modificare tale associazione. Ci prepariamo per uscire… ed invece ci sediamo a tavola a mangiare. Oppure, prendiamo borsa e chiavi… e ci mettiamo sul divano a leggere. Non diciamo nulla al cane mentre facciamo questa ‘stranezza’. Quando resta tranquillo (e sorpreso) mentre ci prepariamo, lo premiamo con un bocconcino o con una coccola.
Aumentiamo via via la difficoltà: una volta agghindati per uscire, tocchiamo la maniglia dell’uscio, e mettiamoci tranquilli in lettura. Via via che il cane mostrerà indifferenza alle nostre azioni, aumenteremo la difficoltà: apriamo-chiudiamo la porta; apriamo-usciamo-rientriamo, e via dicendo. Una ripetizione, più volte al giorno.

Procediamo molto gradualmente.

Facciamo questa esperienza anche chiudendoci in una stanza per qualche minuto, iniziando da pochi secondi.

Non procediamo negli esercizi se il cane abbaia, uggiola o si agita. Se lo fa, significa che gli abbiamo chiesto troppo e che siamo andati troppo veloci.

Se accade, l’errore è nostro.

Ripartiamo dall’inizio, e rispettiamolo maggiormente.

Una volta acquisite le competenze di autonomia e autoefficacia il cane resterà sereno, libero in casa.

 

In questo particolare periodo, prestiamo attenzione anche ai cani che normalmente restano tranquilli a casa da soli. Manteniamo la loro routine. Approfittiamo, ad esempio, del momento della doccia: lasciamolo solo in un’altra stanza, con la porta chiusa. Altra buona iniziativa, nel limite delle indicazioni, indossiamo scarpe e giacca e scendiamo in garage (o in strada) per accendere l’auto. Oltre che tenere attiva la batteria, sarà un gesto rituale che gli ricorda la nostra partenza.

Se il cane è abituato al trasportino, e nella vostra routine, vi riposa per un paio di ore al giorno, mantenete l’abitudine. Altro accorgimento, potrebbe essere, dormire separati. Questo se siete assieme tutto il giorno ed è abituato a dormire nella stanza con voi.

Per concludere, una simpatica vignetta per non dimenticarci del gatto… altro universo… altre necessità!

NOTE
Le indicazioni non sono sostitutive di prescrizioni in seguito a visita comportamentale e non sostituiscono la consulenza di un professionista del settore: medico veterinario comportamentalista, educatore cinofilo e istruttore cinofilo.
Le indicazioni sono di carattere generale: ogni cane richiede particolari  e specifici accorgimenti.

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